LE MARCITE
Col sistema delle marcite (a tutt'oggi praticata in Lombardia, in Piemonte e in Umbria), i prati vengono sottoposti a un'irrigazione continua, riversando su di essi acqua convogliata da fonti naturali, di cui il territorio lomellino, delimitato da tre fiumi (il Ticino, il Po e il Sesia) e attraversato da torrenti, rogge e canali, è particolarmente ricco. Grazie che a quest'acqua che scorre e che, in inverno, ha una temperatura superiore, in estate inferiore a quella ambientale, è possibile ottenere da sei a nove tagli d'erba all'anno, garantendo, anche nelle stagioni fredde, foraggio fresco per il bestiame. Non solo, i bellissimi tappeti verdi delle marcite durante le rigide giornate invernali e le nevicate sono indispensabili per molti uccelli come pavoncelle, beccaccini e gallinelle. |
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LE GARZAIE
Quando in aprile vasti appezzamenti di terreno vengono allagati per prepararli alla semina del riso, il territorio lomellino si trasforma in un'immensa e suggestiva palude. Anche la ricchezza faunistica, in particolare uccelli, anfibi e micro-mammiferi, pari a quella delle poche, paludi naturali ancora presenti nelle stesse zone, dimostra che quell'ecosistema artificiale che è la risaia rappresenta un ambiente umido di importanza anche maggiore di altre zone umide mediterranee come la Camargue: non per nulla infatti, negli anni '80, la Regione Lombardia le ha istituite come Riserve Naturali Protette. L'umidità di questo territorio favorisce l'insediamento di specie vegetali igrofile (soprattutto ontani, salici e canneti) e ospitano le cosiddette garzaie, colonie di aironi nidificanti. La garzaia, il cui nome deriva dal termine dialettale "sgarza" che popolarmente indica appunto l'airone, necessita di umidità e specchi d'acqua in cui gli uccelli possano trovare prede adatte alla loro alimentazione come crostacei, rane, vermi, tritoni e bisce. La maggior parte delle specie coloniali nidificanti sono migratrici e il loro ciclo riproduttivo inizia con corteggiamenti e parate nuziali spettacolari: tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio sono i Cenerini a popolare le garzaie; all'inizio di marzo arrivano le Nitticore, raggiunte, alla fine dello stesso mese, dalle Garzette, alcune delle quali rimangono anche a svernare, mentre altre ripartono in settembre; ad aprile, infine, fanno la loro comparsa le Sgarze Ciuffetto e gli Aironi Rossi.
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Una garzaia può ospitare anche più di 3000 nidi costruiti con rametti intrecciati sui rami degli alberi o sulle canne. Le uova si schiudono dopo una cova di 20/30 giorni dopo i quali la garzaia si trasforma in un allegro caos di pulcini famelici che, da ogni ramo, reclamano il cibo. Alla fine dell'estate la maggior parte degli uccelli (alcune specie in grossi stormi, altri, come ad esempio il Tarabuso, da soli) partono verso il Nordafrica. L'Airone cenerino e, da qualche anno, anche l'Airone bianco e l'Airone Guardabuoi svernano invece nella nostra pianura. |
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