AL MANGIÀ DI POVAR
L
'acqua è essenziale per la sopravvivenza della rana, un simpatico batrace che entra in molte catene alimentari. Anche all'uomo procura molte importanti e saporite proteine animali, anzi c'è stato un tempo in cui la rana ha permesso a molti abitanti delle campagne di superare i periodi di carestia. E non solo nei mesi estivi le rane venivano catturate, racconta Angelo Brianta che anche d'inverno, quando la rana va in letargo nascondendosi sotto terra, i contadini sollevavano l'erba con un rastrello per catturare le rane intontite dal freddo e mangiarle, fritte, con la polenta. Continua Brianta sul filo dei ricordi descrivendo un bambino mentre pesca le rane, per la cena della sua numerosa famiglia: "il nostro piccolo mangia muschin camminava con passo vellutato e sbirciava nei fossi quelle belle bagiase (grossa rana) grasse e fra i due si svolgeva, attraverso un boccone, il filo e la canna, un colloquio amoroso: vieni bella bagiasa, mordi bene, lasciati prendere, fai la brava' mentre dalla bocca faceva uscire un gracidio per ingannarla, imitando il richiamo della specie, come si fa col richiamo degli uccelli...
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Le dolci parole d'amore partivano dal cuore del piccolo pescatore e dovevano entrare nel grasso ventre delle rane ... A volte per prendere una grossa bagiasa, sazia e pigra al sole, diffidente, bisognava passare e ripassare sul posto anche per giorni; era come un appuntamento d'amore e, quando finalmente veniva presa e finiva prigioniera nella mano, lui se l'accarezzava, la baciava anche, le diceva dolci parole e poi la riponeva in sacchetta". (Angelo Brianta, Il mio primo amore fu una rana) |
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